Lunedì scorso il supplemento Affari & Finanza de La Repubblica ha dedicato una doppia pagina alla fibra ottica scrivendo che «La via italiana alla banda larga rischia di perdersi dentro una palude di tatticismi…». La vicenda di Metroweb, ormai più simile ad una interminabile soap opera, è un caso esemplare. Poi è entrata nella partita anche Enel e il gioco si è complicato ulteriormente. Comunque sia, il nodo principale appariva essere, lunedì, l’accordo tra Stato e Regioni. Ostacolo superato mercoledì (leggi qui), essenzialmente spostando risorse da nord a sud.
Giovedì il Consiglio dei ministri ha approvato il D.Lgs che recepisce la direttiva 2014/61/UE sulle misure finalizzate alla riduzione dei costi dell’installazione di reti di comunicazione elettronica ad alta velocità. Insomma, magari avanti piano, ma il piano nazionale della banda larga procede. I tatticismi, tuttavia, non accennano a finire: infatti, il Corriere delle Comunicazioni pubblica oggi un articolo dal titolo eloquente: «Giallo sul decreto fibra ottica: il Cdm lo approva ma “a metà”». Il documento licenziato contiene infatti la clausola “salvo intese” che ha dato la stura a parecchi distinguo.
Nel frattempo ieri a Roma si è tenuta la tappa dello Smart Building Roadshow che ha visto la partecipazione di oltre 200 professionisti della progettazione e dell’installazione. È intervenuto anche il sottosegretario Antonello Giacomelli, ovvero la persona che nel Governo è direttamente interessata al dossier banda larga. Dunque, Giacomelli si è presentato giustamente soddisfatto dei significativi passi fatti in settimana, sottolineando innanzitutto l’importanza strategica del provvedimento approvato, valutandone positivamente l’impatto che potrà avere sulla diffusione della banda ultralarga in Italia. «Ci sarà ancora da convincere il Ministero dei Trasporti, che ha sollevato alcuni dubbi sul provvedimento – ha affermato – ma le nuove regole aiutano a semplificare le procedure per la posa e abbatterne la tassazione: dobbiamo infatti considerare che questi investimenti sono un valore per il territorio, non un onere». Insomma, lo strumento normativo consente di accelerare ancora un po’ gli investimenti nelle reti di nuova generazione e l’accordo raggiunto con le Regioni è un fattore che può mettere le cose sul binario giusto. Auspicando ora che questo binario sia quello dell’alta velocità.
Con Giacomelli è intervenuto anche il commissario Agcom Antonio Preto il quale ha detto che il recupero del ritardo italiano in tema di connessioni veloci passa anche attraverso la vigilanza e la regolazione del mercato. Preto ha infatti ricordato che tra i compiti assegnati all’Autorità c’è quello di dirimere le eventuali controversie sugli scavi per la posa della fibra fra operatori o fra operatori e utenti. «In caso di contenzioso – ha detto – l’Agcom darà una risposta in soli due mesi: una velocità che sconsiglierà capziosi ostruzionismi». A proposito di smart building, il commissario ha voluto ricordare uno dei punti affrontati nel suo libro “In principio è la Rete”: il cablaggio verticale, ovvero la predisposizione degli edifici alla connessione e ai servizi digitali e domotici impone l’emergere di nuove figure professionali, ad esempio quelli che ha battezzato “smart installer”, cioè professionisti della cablatura digitale chiamati ad supportare la realizzazione delle “smart home” di un futuro che in buona parte è già presente.
Fonte: www.alldigitalexpo.it